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I luoghi Pavesiani
Casa natale
La sua casa natale, in cui i genitori trascorrevano le villeggiature estive, è un po' fuori porta, sullo "stradone" per Canelli. L'architettura della casa, in cui non c'è più l'originario giardino, si discosta da quella tradizionale contadina, denota già un gusto da piccola borghesia provinciale trapiantata in città. Venduta in seguito alla prematura morte del padre, ha cambiato, da allora, diversi proprietari che l'hanno variamente trasformata.
Casa di Nuto
La casa-laboratorio di Nuto (al secolo Pinolo Scaglione) si trova poco prima della Mora: "La sua casa è a mezza strada sul Salto, dà sul libero stradone; c'è un odore di legno fresco, di fiori e di trucioli […] Chiunque passasse, andando a Canelli o tornando, si fermava a dir la sua, e il falegname maneggiava le pialle, maneggiava lo scalpello o la sega, e parlava con tutti, di Canelli, dei tempi di una volta, di politica, della musica e dei matti, del mondo".
La Mora
Annunciata da maestosi pini, che contrastano con i pochi alberi da frutta del casotto di Gaminella, e da un tripudio di fiori,"nella grassa piana oltre il Belbo" c'è la Mora. "La Mora era come il mondo…Era un'America, un porto di mare. Chi andava, chi veniva, si lavorava e si parlava…"
La collina di Gaminella
La collina di Gaminella è una delle due facce, con il Salto, dell'universo de La luna e i falò, circondata da un alone di mistero, impossibile da conoscere completamente per la sua grandezza. È certamente la collina più imponente del paesaggio santostefanese ("una collina come un pianeta").
La palazzina del Nido
"…La palazzina del Nido, rossa in mezzo ai suoi platani, profilata sulla costa dell'estrema collina" (del Salto), domina, con la sua inconsueta architettura, tutta la valle. Si trova sotto il territorio di Canelli e la sua ubicazione, di difficile accesso, ha preservato la casa da ogni trasformazione.
La collina del Salto
Quella da Pavese chiamata il Salto è la collina speculare a Gaminella che costeggia la strada per Canelli. "…La collina del Salto, oltre il Belbo, con le creste, coi grandi prati che sparivano sulle cime...".
Il Belbo
"Dalla Mora si scende più facilmente a Belbo che non da Gaminella, perché la strada di Gaminella strapiomba sull'acqua in mezzo a rovi e gaggie. Invece la riva di là è fatta di sabbie, di salici e canne basse erbose, di spaziosi boschi di albere che si stendono fino ai coltivi della Mora".
La stazione
La stazioncina di Santo Stefano Belbo, da dove arrivano e partono i personaggi pavesiani, è ancora la stessa coi suoi binari, ma solo parzialmente in funzione.
L' albergo dell'Angelo
A Santo Stefano Belbo, prima della guerra, esisteva realmente un albergo dell'Angelo, nella parte vecchia del paese, ma quello in cui Pavese soggiornava (dopo la vendita della casa Natale) era La Posta, il cui balcone dà sulla piazza principale, cui, ne La Luna e i Falò, viene attribuito il nome dell'altro.
Il cimitero
Il 7 settembre 2002 i resti di Cesare Pavese vengono trasferiti, con il consenso dei familiari, nel cimitero di Santo Stefano Belbo. La lapide sotto cui riposa lo scrittore è fatta in pietra di langa e reca la scritta "Ho dato poesia agli uomini".
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